lunedì 13 agosto 2012

L'informatico del Papa. Un collega frustrato, ci scommetto.

A processo per le fughe di notizie riservate dal Vaticano pure l'informatico del Papa.
Certo, se il collega aveva del risentimento nei confronti del Vaticano, lo capisco.
No, fermi, non è per questioni anticlericali. E' che conosco il mio lavoro e tanti colleghi. Deve essere frustrantissimo sistemare i problemi informatici lavorando in uno stato dove la bestemmia è uno dei reati più gravi.
Non è scientificamente provato, ma il moccolo aiuta spesso a risolvere le problematiche IT.

Mi ricordo di una volta in cui sono andato da delle suore a sistemare un pc. Fu un'esperienza surreale, perché c'era questa immensa struttura, pareva disabitata, nella quale entrai con l'auto. Poi salii delle scale, e dentro non c'era nessuno. Solo ombre di persiane semichiuse. Non era un convento. Era più una sorta di grossa scuola, architettonicamente parlando.
Ricordo che ero al centro di un lungo corridoio. Dissi: "C'è qualcuno?". Guardai a destra, poi a sinistra. Nessuno.
Poi guardai di nuovo a destra e c'era questa suora nana.
Da dove fosse sbucata, non lo so.
Tuttora non ricordo il viso.
Non morii di infarto solo perché avevo sulle spalle decine di ore di gioco a Silent Hill e Resident Evil.
- Lei è il tecnico?
- Tennico, sì.
- Mi segua.
La seguii.
Ovviamente come tutte le suore, non camminava, non potevo vederne i piedi sotto la gonna che toccava il pavimento, ma si spostava in qualche modo misterioso come se fosse su un nastro mobile.
Mi portò lungo una serie di corridoi, vuoti, sui quali si affacciavano stanzoni vuoi.
Entrammo quindi in una stanza, nella quale c'era solo una piccola scrivania e un pc.
- E' questo.
- Cos'ha?
- Lo accenda.
Lo accesi.
Un urlo di terrore rimase strozzato nella mia gola.
Windows ME.
- E' partito.
- Provi a collegarsi a internet.
- Ma non vedo nessun modem...
- Abbia fede.
Ebbi fede.
Non appena Internet Explorer si aprì, si smitragliò sullo schermo la più grande cambogia di finestre e pop-up automatici con donne nude e perversioni pornozozze che avessi mai visto.
Subito pensai di trovarmi di fronte all'Eldorado di cui ogni nerd sospetta l'esistenza, il Contenitore Primigenio dei Porni.
Non avevo visto niente del genere neanche sui pc di Eucaristo Spongebobbini.
Ogni finestra chiusa si traduceva in altre 100 finestre aperte.
Ogni clic su qualsiasi icona erano poppe e chiappe che sbucavano da ogni dove.
Guardai la suora, ma il viso era come sfocato.
E' proprio vero che si perde la vista coi porni.
- Come mai succedono queste cose?
Non potevo rispondere con la verità che ogni informatico sa, e cioè che "queste cose succedono perché visitate i siti porno".
Un informatico non dice mai ai suoi clienti questa cosa, per non meterli in imbarazzo.
Un informatico risponde sempre:
- Eh, sono virus che si installano anche da soli. Magari una pubblicità su un sito NORMALISSIMO, uno fa clic per sbaglio, e vualà.
Il cliente sa che stai mentendo. Tu sai che il cliente sa che stai mentendo, ma il discorso finisce lì.
- Li tolga.
Mi misi di fronte alla tastiera e pensai: ho già risolto cose peggiori. Ho visto firewall cisco in fiamme al largo del MIX, e ho visto i rootkit balenare nel buio alle porte di Cesano Boscone (MI), posso farcela.
Fu dura, fu veramente dura.
La suora era dietro di me, silenziosa.
- Ma porc...
- Sì?
- Volevo dire: proprio birichino, questo computer.
[...]
- Ma la grandissima p...
- Dica?
- Volevo dire: la grandissima persistenza di questi virus mi costringe a metodi alternativi di problem solving.
- Pensavo volesse usare un linguaggio scurrile. Lo usò anche il precedente tecnico. Non lo usi.
Non lo usai.
Ma quella valvola sacrosanta di sfogo che ogni informatico ha nella sua immaginaria cassetta degli attrezzi, mi era preclusa.
Mi morsi la lingua più volte, e mentre lavoravo una domanda rimaneva sedimentata nel mio inconscio: che è successo al precedente tecnico?
Quando finii, ero completamente sfinito e sudato.
Guardai la suora.
- Bravo, ora può andare.
- Davvero posso?
Non appena salii in auto, tirai il più lungo e articolato moccolo della mia vita, per liberarmi, una cosa che offendeva contemporaneamente le religioni più diffuse, alcune immaginarie, Paulo Roberto Falcao, chiamava in causa Giuliano Ferrara e infrangeva tutte le leggi passate, presenti e future riguardanti il buon costume.
Arrivai davanti al cancello elettrico, che rimase chiuso.
Mi colse il terrore: magari mi avevano sentito, magari avevano letto il mio labiale! Sicuramente stavano arrivando a prendermi.
Ero ancora pietrificato quando il cancello lentamente si aprì.
Sgommai fuori a una velocità illegale, e corsi a cambiare numero di telefono, partita iva, residenza, nome.
Provai anche a cambiare sesso ma mi dissero che oramai ero fuori garanzia e dovevo tenermi quello che avevo.

3 commenti:

  1. Ti capisco, eccome! A me una volta è successo anche di peggio. Entrai di soppiatto dentro il chiostro del convento di clarisse di Santa Caterina a Palermo, approfittando della visita ufficiale della regina Beatrice d'Olanda. Avevo un loden addosso e mi scambiarono per guardia privata in borghese. Mi fecero entrare e potei vedere, indisturbato un meraviglioso giardino e un pavimento della chiesa attigua, tirato a lucido per l'occasione. Ero estasiato, ma durò poco. Finita la visita, rimasi dentro e, non appena si resero conto che parlavo italiano e, sospetto io, ero a loro piacente, mi accolsero dentro un locale chiedendomi se sapessi accordare una vecchia chitarra Eko, il minimo sindacabile per accordi di spiaggia pure sbagliati. Mi offrirono il caffè e una di loro, imbracciato lo strumento, cominciò a intonare: Osteria numero 1, paraponzi ponzi pò... al convento non c'è nessuno, paraponzi ponzi pò...".
    Finì che alla terza, scappai frettolosamente, guadagnando la più vicina porta e sparii.

    RispondiElimina
  2. "And now on for something completely different"....Giuro che è tutto vero. Era il 2004, e stavo leggendo la cronaca locale quando trovai un link su un argomento che mi interessava; una volta cliccato, mi trovai inopinatamente su di un sito (sempre locale) dell'UDC. Ma si, il partito di Pierferdy. E rimasi basito per la subitanea apparizione di una immagine. No, non era Wojtyla, e neppure Caltagirone. Era un banner pubblicitario, di generose dimensioni, ad usum della comunità gay: su di esso campeggiavano un affare che definire priapesco è decisamente riduttivo, ed una scritta lampeggiante "Clicca qui se vuoi prenderlo nel cu*o".
    A quel punto una rapida inversione ad "u" ed il ritorno alla quiete della pagina precedente sarebbe stata la più saggia delle soluzioni: ma quel banner riuscì a toccare la quintessenza delle umane contraddizioni....cercai di eliminarlo cliccando la "x" in alto a destra, ma era di quelli che si spostano mentre cerchi di farlo. E tac, scattò la molla: il primordiale istinto da shooter dei primi videogiochi da bar fine '70/inizio '80 (Space Invaders, Galaxian....) che credevo definitivamente pensionato dai miei (allora) 37 anni era invece solo sopito. Mi gettai all'inseguimento del dannato banner: "non mi freghi". Lo fece. Al sesto o settimo tentativo lo presi, ma non sulla "x"; in pieno. Un paio di bagliori bianci, come di pagine che si caricano e poi il diluvio... cito testualmente da te: "si smitragliò sullo schermo la più grande cambogia di finestre e pop-up automatici con donne nude e perversioni pornozozze che avessi mai visto."
    Al tecnico non tentai neppure di spiegare la verità, non mi avrebbe comunque creduto. Accesi il pc, e quando partì l'orgia di pop up mi limitai a fargli un cenno di intesa, ottenendo come risposta: "Dammi un'oretta....".
    Un virus preso su di un sito locale dell'UDC. Quindi, complessivamente, posso confermare: "queste cose succedono perché visitate i siti porno". :D!

    RispondiElimina
  3. Ma è per questo motivo che non esistono tennici di sesso femminile?
    Anzi, dimmelo te: perchè non esistono tennici di sesso femminile?

    RispondiElimina