giovedì 3 maggio 2012

Fravia+ e l'inesplorata grandezza del Web

Richard Stallman (a sinistra) e Fravia+ 
Esattamente tre anni fa, il 3 maggio 2009, moriva una persona che, dopo essere stata di ispirazione a una intera generazione di hacker, stava cercando di smuovere dal basso il mondo della ricerca dei contenuti su Web.
Era conosciuto nel sottobosco informatico con uno dei suoi tanti nick, tra i quali Fravia+.
Si chiamava Francesco Vianello, ed era un umanista.
Alla faccia di tanti che pensano che fare studi umanisti (o fare qualsiasi tipo di studi) possa indirizzare meglio o peggio una mente. La differenza la fa sempre la persona, la propria curiosità.
Fravia+ aveva l'unica caratteristica che serve a una persona che voglia far spiccare la propria intelligenza in un certo campo: la curiosità.
E' grazie alla curiosità che, dopo essersi laureato in storia e filosofia a Venezia, è arrivato a parlare fluentemente cinque lingue e poi a diventare una delle figure più importanti nel mondo del reverse engineering.
Per chi non lo sapesse, il reverse engineering è un metodo investigativo applicato in ambito tecnologico: capire, osservando, smontando, ragionando, come funzioni una certa cosa.
Applicato all'informatica, è una delle tecniche più importanti per capire come funzioni un software.
E, certo, per sproteggerlo. Un'attività da hacker o da "cracker".
Ma come tutti gli ambiti scientifici e di ricerca, il reverse è innanzitutto una sfida per la mente. Perché è da lì che nasce l'attività hacker che poi fa tanto comodo a tante persone, perché è dagli hacker che nascono non solo le sprotezioni per i software commerciali, ma anche il free software che piace tanto perché non tocca il portafogli, o le tecniche più avanzate di sicurezza.
Solo scoprendo i buchi, si può migliorare. E l'attività di un reverse engineer è quella di capire e scardinare. O di riprodurre.
Lo si fa anche in ambito industriale: ogni industria ha il suo reparto di analisi concorrenza, per capire come funzionino i prodotti e crearne di migliori e più competitivi.
L'hacker però non lo fa per creare un prodotto commerciale, questa è la differenza.
E' interessante anche vedere come se lo scopo sia quello di violare per reimmettere un prodotto commerciale sul mercato, allora la cosa venga considerata legale. Se invece è per la gloria e per mettere un qualcosa a disposizione di molti, siamo nell'illegalità.
Paradossi di un mondo basato sullo scambio di foglietti colorati con su impresse delle cifre.
Una generazione di hacker che hanno trovato una miniera di informazioni, negli studi di Fravia+ e che poi sono diventati una generazione di informatici di alto livello.
Ma Fravia+ non è stato solo un reverse engineer, ma anche un innovatore e un osservatore, sempre al passo coi tempi. A un certo punto si cominciò ad occupare di qualcosa di più grande, e anche di più importante: la ricerca Web.
Ma anche qui notò subito una cosa: il Web, nella sua immensa grandezza, rimane per la maggior parte inesplorato. E sempre per colpa di qualcosa riconducibile alla commercialità: l'advertising.
I motori di ricerca, è chiaro, sono strumenti principalmente per fare denaro. L'informazione è denaro, nel mondo Web.
Essere trovati, essere cercati, è diventato un business.
Ma il business nasconde moltissime informazioni. Miliardi e miliardi di parole che non sono ricercabili perché non linkate, non indicizzate. Una massa di informazioni che rimane sommersa, irragiungibile se non conoscendo gli indirizzi precisi.
Quella che i motori di ricerca moderni ci danno è un'illusione di precisione nella ricerca.
In realtà ci costringono a cercare in recinti molto molto delimitati, e molto piccoli.
E' allora che la grande esperienza nel reverse è diventata anche una filosofia di ricerca.
Nell'ultima parte della sua carriera, Fravia+ ha cominciato a insegnare, tramite il suo sito (rozzo ed essenziale), come usare tecniche hacker di reverse per navigare ancora più a fondo il web. Tecniche di vera e propria investigazione per scovare le informazioni che per un motivo o nell'altro non sono raggiungibili tramite i classici motori di ricerca. Un lavoro che non può essere automatizzato e che può essere fatto solo muovendo le dita e il cervello, roba che è contraria a qualsiasi filosofia commerciale, che sfugge al grande inganno dell'ottimizzazione, e quindi per sua natura indigesta sia a chi fa parte dell'inganno, sia a chi si accontenta della pappa pronta che i motori di ricerca servono.
Se a volte riesco a trovare informazioni che altri non riescono a trovare tramite Google, io personalmente lo devo a quello che ho letto sul sito di Fravia+ - e non sono certo il migliore o il più competente degli alunni possibili, ma uno che lotta costantemente contro la propria ignoranza.
Non è una lettura semplice né per tutti, anche perché il sito è nello stile di chi ha visto nascere il Web: nessuna grafica, completamente in inglese, pagine con testi molto lunghi.
Purtroppo dal 3 Maggio 2009 in poi questo lavoro, non ha potuto essere più portato avanti, anche perché manca al mondo una persona con lo spessore tecnico e intellettuale di Francesco Vianello e che possa quindi proseguire un progetto così importante e così difficile.

Questo è ciò che scrisse, due mesi prima di andarsene:

Ehi, amici!

Non fatemi mica gli stracattolici piagnotti, per cortesia.

Non bisogna mai dar troppa corda al destino, senno' quello si monta 
la testa e crede davvero di poter fare quel che più gli aggrada, il
birichino. Il che non è mai detto. Né detta è mai l'ultima parola. 
Si vedrà... Chi vivrà vedrà, hahà :-)

Se/quando la morte poi arriva, la si guarda in faccia alteri, per 
farle capire che non si ha paura, come si fa da che mondo è mondo 
con le pantere (e con le zanzare).
Darsi un contegno, suvvia: "Maristella, non dar troppa corda a quel
signore!"

E via, via, son cose che succedono a tutti prima o poi (con rare
eccezioni, storicamente alquanto dubbie): tout passe, tout casse, 
tout lasse. E poi chissà: l'ultima frontiera? Magari è 
interessante, certamente sarà assai poco banale.

Ricordate dov'eravamo prima di venire al mondo? Li', proprio li'
torneremo, voilà. Tutto quel grigio: un posto calmo, quite cosy. 
Questo, l'adesso, è solo uno starnuto tra due eternità, 
probabilmente dovuto ad eccessive dosi di pepe :-)

Immagino inoltre che dandosi un universo infinito e un tempo infinito 
(se infiniti poi davvero sono) si possa comunque verificare -grazie 
alla matematica delle probabilità- una qualche forma di metempsicosi 
su scala plurigalattica: un lungo sonno senza sogni, e poi -zac!- 
la medesima -o pressoché- composizione di neuroni ecco che si ripropone,
deus ex machina, e si va ad affrontare magari un altro round di reversing 
in un'altra, differente, concomitanza d'eventi.
Grazie a dio senza ricordi (altrimenti sai che noia alla lunga), ma 
sempre come alle giostre: "altro giro, altra corsa", sperando il prossimo 
giro avvenga su di un pianeta con meno imbecilli.

Nel frattempo, carpe diem! Godiamocela: beviamo e leggiamo e giochiamo e 
studiamo e fotografiamo e scriviamo e cantiamo e passiamo lunghe serate 
a guardar le stelle, se possibile circondati di amici ed amori.
Sempre beninteso "ridendo in faccia a monna morte ed al destino", 
come dicevano quei minchioni dei futuristi sfiorando "le onde nere 
sulle torrette fiere nella fitta oscurità" andandosene "pel vasto mar" 
(noi anche per certi versi, ma, costretti purtroppo a svendere la nostra 
amata vertue, oramai solo giocando -grazie a wine- a silent hunter III 
con i brin nella variante "mediterranean" :-)

Ma ogniqualvolta possibile è meglio abbandonare i pallidi schermi ed 
uscire: assapporiamo i crepuscoli a spasso per i centri storici con le
nostre compagne, facciamoci accarezzare dal vento e dal sole sulle spiagge,
cerchiamo conchiglie con i nostri figli. Ce ne sono di bellissime.

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