lunedì 26 marzo 2012

Informatica e psichiatria

Un tennico informatico di una certa esperienza, riconoscerà due distinte, ma complementari, sindromi negli utenti di una rete nella quale il tennico stesso abbia appena fatto un lavoro di aggiornamento dell'hardware/migrazione di server/aggiornamento software.
Ciascuna delle due sindromi possono presentarsi sia singolarmente che combinatamente.

1. Labirintite Informatica Acuta

La prima delle due sindromi, sicuramente la più comica, è descritta nei manuali anche come "Sindrome dello spostamento delle icone".
L'utente, posto di fronte al suo schermo nel quale siano state riposizionate le stesse identiche icone che ha sempre avuto, comincerà a innalzare lamenti patetici:
"Non ci sono più i miei programmi!"
"Dove sono finite le mie cose?"
"QUI E' CAMBIATO TUTTO!"
"Ah Natura Matrigna!"
"Non vedo più! Sono diventato cieco!"

I casi più gravi cominciano a vagare in trance asserendo di avere visioni mistiche e tenendo in mano immagini sacre.
Lo shock piscologico è talmente forte da causare una vera e propria paralisi della parte posteriore del lobo frontale: anche indicandogli l'icona che cerca, l'utente dirà: "Dove? Dove?"
Generalmente gli utenti portati a questo tipo di disturbo cerebrale guariscono da soli, riacquistando piano piano quasi tutte le funzionalità motorio-visive nel giro di qualche giorno, fino a che non avranno riposizionato tutte le iconcine esattamente come erano prima. Il trauma però, si cumula e ogni volta che accade qualcosa del genere, è sempre peggio rispetto alla volta prima.
Ci sono utenti che dopo aver subito più di due reinstallazioni del proprio computer, sono stati trovati rifugiati in un angolo mentre, dondolando avanti e indietro con il corpo, accarezzavano una fotografia del proprio desktop con le icone posizionate in modo consueto, ripetendo frasi come: "Le mie icooooone. Le mie ssssplendide icoooone. Ssssssono tutte mmmmieeee e sono tutte ordinateeee."

2. Sindrome della catastrofe conseguente.

E' sicuramente la più antipatica delle due. Si presenta regolarmente, anche in seguito a interventi non tanto intrusivi da scatenare la Labirintite Informatica.
Il tennico che abbia fatto un qualsiasi intervento all'interno della rete, anche solo aver cambiato un cavo di alimentazione a una calcolatrice elettrica Texas Instruments del 1974, verrà accusato da lì in poi di essere stato la causa di qualsiasi problema successivo all'intervento. 
Le frasi sono queste:
"Hai fatto qualcosa al mio piccì?"
"E' apparso un messaggio quando hai cambiato quel cavo, clicco sì o no?"
"Prima che facessi tu qualcosa, non capitava".
"Mi è venuto un capello bianco, non è che hai fatto qualcosa?"
"Mia madre non mi ha allattato al seno ed è sicuramente colpa tua".
I tennici temono tantissimo questa manifestazione di totale deficienza intellettiva dell'utente, perché sanno anche benissimo che è praticamente impossibile discolparsi. Non importa che il problema sia davvero relazionato a quello che sia stato fatto: il tennico è il colpevole e deve rimediare. Questo perché l'utente è totalmente incapace di non collegare con una relazione di causa-effetto qualsiasi fenomeno che gli dia quindi l'occasione di dire: "Non riesco a lavorare più bene, da quando è venuto quel tennico".
Capita così che interventi preventivati di 5 minuti si trasformino in catastrofi da giornata intera.
O che le illazioni si protraggano con assegnazione di colpe che ricadono fino alla quarta generazione: "Da quando hai cambiato la pila all'orologio dell'ufficio, 4 anni fa, la rete è diventata sempre più lenta", laddove ovviamente il fatto che l'idiota stia scaricando con emule 40 petabyte di film porno-animal-amateur-grind-lesbo-spaziali non ha la minima incidenza.
Questa sindrome non è purtroppo curabile.
Si presenta con intensità più o meno marcate a seconda di quanto il QI dell'utente si distacca da quello di un cercopiteco.

L'unica risorsa per il tennico saggio è quella di non tentare neanche di discolparsi, ma di accarezzare sul capino il povero scimmiotto, rassicurarlo che tutto verrà messo a posto e, se si comporta bene, dargli in pasto uno zuccherino.
Il tennico esperto porta sempre con sé degli zuccherini.

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