martedì 11 settembre 2012

Sceneggiature rifiutate

Ecco un elenco di idee di sceneggiature e soggetti che mi sono stati - inspiegabilmente - respinti.








Matrixoska

Svegliati, compagno Nijov.

Il rumore della macchina da scrivere mi svegliò, il collo indolenzito da un brutto sonno sulla scrivania. Sul foglio, quella scritta.

Svegliati, compagno Nijov.

L'avevo scritto io nel sonno? Ispezionai la casa, ma non c'era nessuno. Sentii battere alla macchina e corsi in soggiorno, stavolta era vero. Ma arrivato alla scrivania, c'era solo una seconda frase.

Segui il Biancompagno.
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Dr. Zivago e Mr. T

Storia di un medico russo campione di boxe, che incontra un pugile americano, gli dice "Ti spiezzo in due" ma viene sconfitto.
Allora si inietta del ritmo nel sangue, diventa Mr. T, va indietro nel tempo, incontra l'americano, gli dice "Modaffàkka" e vince il titolo mondiale.

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Brokeback Cinderella 

C'era una volta un principe azzurro tenuto prigioniero da una feroce principessa.
Drago: - Ti salverò!
Principe: - Grazie, bocca infuocata.
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TUHAIL'AIZ

Biotta - Eduard, chucciami il collo

Eduard - Biotta, sai ke nn posso, sono un vampupo mannaro e potrei vulnerarti

Biotta - Cioè kome parli stampato, Eduard

Eduard - Xché ho ciento anni anke se li porto bene visto ke uso oil of olaz.

Biotta - L'altra sera quando mi ha presa tre metri sottosopra per me è stata la prima volta...

Eduard - Anche per me, in ciento anni, infatti scusa se sono venuto subito ma ero troppo eccitato e poi ero stressato e solitamente sono un toro ma c'era la luna ciccia e i vampupi mannari con la luna ciccia durano poco...

Biotta - Eduard, devo dirti una cosa, non avevo finito la frase. È stata la prima volta senza protezioni e io sono affetta da immunoscemenza trendy

Eduard - Non kapisko...

Il manifesto è opera dell'esimio John Sebastian Moran

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Terminucci

Futuro. Guerra.
Le multinazionali della moda hanno preso completamente il potere.
Oramai scarpe cyborg e modelli robotici progettati da supercomputer metrosessuali sterminano tutti gli esseri umani che non vogliano indossare cose scomodissime, ridicole, con le spalle strette ma trendy.
Ma c'è un uomo, a capo della resistenza umana: il rag. Giovanni Connorini.
Egli guida le truppe umane indossando abiti obsoleti e mettendosi addosso anche colori come il blu e il nero insieme.
La resistenza è più forte e fiduciosa che mai, quando i trendycomputer progettano un cyborg indistruttibile: TERMINUCCI.
Spedendolo indietro nel tempo, cercheranno di far diventare il rag. Giovanni Connorini una persona che ama travestirsi da cocktail caraibico.
Ma anche la resistenza umana ha mandato indietro nel tempo un uomo coraggioso, che avrà il compito di proteggere il futuro capo della resistenza: Alfonso la Bestia, un rozzo essere in grado di recitare il canto sesto della Divina Commedia ruttando, un uomo impermeabile a qualsiasi tendenza e che usa l'iphone come calzascarpe.
Riusciranno gli umani a salvare il giovane Giovanni Connorini da Terminucci?
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L'insostenibile leggerezza dell'essere venuto dallo spazio profondo.

Un dramma fantascientifico dove il protagonista comunica attraverso i borborigmi, ma dato che non lo capisce nessuno, blasta l'umanità con un disgregatore laser a doppio carburatore.
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Bruce Willis de Bergérac
(estratto)

Atto III - Piazza con Balcone

CRISTIANO: Bruce Willis, aiutami a conquistare Rossana.

BRUCE WILLIS: Ok.

[...]

BRUCE WILLIS: Parlavamo di un bacio…

ROSSANA: No…

BRUCE WILLIS: Sì, è dolce la parola.

ROSSANA: Tacete

BRUCE WILLIS [brandendo un lancia turbomissili]: Cos'è un bacio? Un punto rosa acceso sulla "i" di "Yppiaiè grandissimi figli di Rossana!"

[tutto esplode]

giovedì 6 settembre 2012

I Mercenari 2 - Oltre l'abisso dell'ignoranza


Dopo I Mercenari, pensavo fosse difficile creare qualcosa di ancora più ignorante, eppure mi rendo conto di aver sottovalutato Stallone & Co.
La cronaca della serata inizia con me e Marco che arriviamo davanti al cinema Odeon di Milano. Spettacolo alle 19.55, arriviamo alle 19.30 e c'è una fila che arriva fino fuori.
Sullo schermo leggiamo: I Mercenari 2 - Posti liberi 44 - Sala 8.
La sala 8 è un corridoio con delle poltrone e uno schermo grande come un francobollo.
Per intenderci, eccola:
Mi scuso per la qualità dell'immagine, ma avevo già visto un primo tempo traumatizzante.
Quindi le nostre speranze erano ridotte al lumicino. Con tutta questa coda, non ce la faremo mai.
Ma l'attitudine nerd al rischio e all'esplorazione ci sono state d'aiuto. Ignoriamo la coda alle casse ed entriamo nel cinema, dove notiamo delle macchinette.
Chiediamo a un cinno del posto: ma lì è per ritirare i biglietti se uno ha prenotato via internet?
Cinno: - No, anche per fare i biglietti normali, ma solo se hai la carta di credito.
Io e Marco ci guardiamo, guardiamo la fila di gente che arriva in strada, guardiamo le macchinette vuote, ci riguardiamo e allarghiamo le braccia: come accade in autostrada dove ci sono code chilometriche ai caselli dei contanti e i viacard vuoti, ci domandiamo - ciascuno dentro di sé - perché la gente sia così stupidamente refrattaria all'uso delle carte per pagare.
Tanto la commissione la paga l'esercente. Mah.
Ci avviciniamo alla macchinetta e in due secondi abbiamo scelto e acquistato i posti.
Qualche persona priva di logica, in quella fila, probabilmente non vedrà il film.
Propongo anche di andare fuori con i biglietti attaccati in fronte a sbeffeggiare la gente in coda, dicendo: "Mioddio riusciremo a vedere il film con tutta questa coda? La sala è anche piccola! Ah destino infame!", ma c'è poco tempo e quindi mi avvicino al bancone del bar e dico:
- Poppicò piccoli e Sprài media.
La tizia prende una cisterna di cartone. Al che io le dico:
- Wàddafàkka. Scusi, ho detto "Poppicò PICCOLI".
Tipa: - Questa E' la confezione piccola.
Io: - Ficko.
Firmo quattro cambiali e lascio in pegno un lontano parente e ci avviamo verso il corridoio con lo schermo.
Prima dell'inizio del film, a sala quasi piena, vediamo ragazzo e ragazza in pena, mentre cercano i posti osservando le file. Mi ronzano intorno. Come al solito penso: ora mi dicono che il mio posto è loro e sarò costretto a ucciderli.
Tipo: - Scusa, O 5 e O 6, sono nostri.
Marco: - Ecco i nostri biglietti: O 5 e 6.
Tipa: - Ma questa che sala è?
Io: - La 8.
La Tipa guarda nervosamente i biglietti, la loro è la sala 7. Si avvia impettita verso l'uscita. Il Tipo mi chiede:
- ma qui che film danno?
Io: - I Mercenari Due.
Il Tipo ha rincorso la Tipa - giuro - implorando "Amore, aspetta, restiamo a guardare questo...".
Mentre i lamenti patetici dello zerbino si perdevano fuori dalla sala, scendono le luci e inizia il film.
Ecco alcune considerazioni:

- Il numero di morti spappolati dai proiettili o dalle esplosioni, supera di gran lunga la somma dei morti delle saghe "action" dei tre attori principali (Stallone, Schwarzy, Willis). Ecco i dati precisi:

Stallone
-- Rambo: 1 persona, 3 cani, 1 cinghiale
-- Rambo 2: 67 persone e 1 pollo
-- Rambo 3: 130 persone e 2 cavalli
-- Rambo 4: 6 persone prima dei titoli di testa, altre 285 dopo, 3 pesci e 4 cani
Schwarzy
-- Terminator: 37 persone, 1 Terminator
-- Terminator 2: 21 persone, 2 Terminator
-- Commando: 88 persone (anche se non è una saga, ne ha lo spessore)
Willis
-- Die Hard: 23 persone
-- Die Hard 2: 265 persone
-- Die Hard 3: 26 persone
-- Die Hard 4: 41 persone

Ovviamente conto solo i film nei quali hanno partecipato, perché ricordiamo, per dovere di coronaca, che sommando anche i Terminator senza Schwary, il numero di morti totale della saga supera i tre miliardi (precisamente tremiliardicinquecentomilacentoquarantaquattro).

- La battuta più di spessore filosofico è di Stallone: "Mi chiedo perché chi merita di vivere muore, e chi merita di morire, vive. Mi chiedo quale sia il messaggio." (notare che i congiuntivi giusti li ho messi io perché anche nel doppiaggio italiano li avevano sbagliati.)

- Quando è entrato Chuck Norris, la sala ha applaudito. Giuro.

- Chick Norris si fa un "fact" da solo. (sublime) *

- A un certo punto Schwarzy dice "Sono tornato" e sotto si sente il "tum tu tum tu tum tum" della colonna sonora ti Terminator.

Le altre cose le lascio a voi, se avrete lo spirito ignorantemente adatto per andare a vederlo.

La sintesi è: questo film è il primo "meme"** su pellicola. Dall'inizio alla fine.

E ora un minuto di silenzio per il tizio azzerbinato che aveva sbagliato sala con la tizia e che probabilmente è stato trascinato a vedere qualcosa di patuffoloso.
Uscendo dalla sala, ci è parso di sentirne ancora il guaito lontano.

Voti:


Cassiera: non pervenuta.
Biglietteria automatica: ***** e 1/2 (eccellente)
Umanità in coda: * (sconsolante)
Poppicò: ************ (non oso immaginare il bidone GRANDE)
Spràit: * e 1/2 (calda e con la chiusura di plastica non a tenuta stagna)
Tipo che guaisce lontano: ***** e 1/2 (vai, vai al cinema con la tipina, tra poco esce pure il concerto al cinema di Katy Perry)

Note:
* per la definizione di "Chuck norris facts", clicca: CLICCA
** per la definizione di "meme" cliccare qui: QUI <--- qui -------- laggiù.

Linkografia:
Leggetevi anche la pregevole recensione su Nuovo Cinema Delirio.

mercoledì 5 settembre 2012

Start-up

Dalla Guida Galattica per Internauti

La moda terrestre di inizio millennio ha introdotto molti termini volti ad aggiungere ficaggine a cose normalissime. È così che preso un amministratore delegato e rinominatolo CEO (sìo), un direttore finanziario e rinominatolo CFO (sìeffò) e un responsabile informatico detto CIO (sìaiò), si fondava una nuova azienda e la si chiamava STARTUP. È stato infatti notato che dopo l'introduzione di questi termini, qualsiasi azienda che si dicesse "appena nata", suscitasse ilarità e sberleffi, mentre con l'etichetta STARTUP, essa guadagnasse invece stima, referenze e un alone di magico mistero. È per questo che si arrivarono a enumerare startup anche vecchie di 10 o 15 anni continuamente intente a fare presentazioni, brochure e stravaganti biglietti da visita.
Questa pratica patetica finì fortunatamente in coincidenza dell'estinzione del genere umano a causa di mancanza di società normali che avessero il solo banale scopo di produrre beni e servizi.

La fattona dei denti

Da piccolo, tra i vari dossier del mio archivio segreto (il quaderno con la copertina di paperoga), ce n'era uno molto corposo sulla pervertita in questione.
L'ipotesi iniziale della mia inchiesta era che la fatina dei denti fosse semplicemente una collezionista di dentini da latte molto facoltosa e piena di soldini da spendere. Ma la cosa era molto più complessa.
I fatti con

sistevano in questo: cade il dentino, lo metti nel piattino vicino al letto, trovi il soldino appena sveglio.
La cosa non poteva bastarmi, avevo troppe domande: cosa se ne fa dei dentini? Dove prende tutti i suoi soldini? Perché solo i denti da latte e non quelli dei nonni?
Quindi una notte finsi di dormire e vidi: i genitori mettevano il soldino e prendevano il dentino.
 
Che sciocco, pensai: era da tempo che tenevo sotto osservazione la Gilda dei Genitori. La mia ipotesi preponderante è che i Genitori fossero una potente razza aliena, una mente collettiva pronta ad assimilare noi bambini per farli diventare come loro. Quando i miei amichetti dissero che era impossibile io dissi: "Vi siete mai chiesti come fanno, anche senza conoscersi tra di loro e senza parlarsi, ad essere d'accordo su tutte le cose? Per esempio, tutti dicono che le caccole dietro il termosifone non si devono attaccare, vero? Eppure sappiamo tutti che è il posto migliore per conservarle!". 
Gli amichetti annuirono e s'appersuasero.

Era ovvio che fossero coinvolti in una storia tanto torbida.
Così grazie al ragionamento logico-deduttivo capii.
I Genitori rivendevano alla fatina i nostri dentini, facendo anche una considerevole cresta e guadagnando triliardi di soldini.
La fatina, sicuramente, o per feticismo o per tossicosipendenza, sborsava molti soldini per i nostri denti. Per questo poi nei miei articoli la chiamai la "fattona dei denti".
Articoli che crearono molto scalpore alle elementari, molti bambini piansero e io, che avevo toccato i poteri forti, venni messo in castigo e i miei genitori convocati perché dicevo cose sconvenienti (o scomode?) per un bambino.
Protestai contro il sistema di potere e soldini sporchi facendo lo sciopero della merendina per ben tre giorni.

Questa storia dimostra che il giornalismo d'inchiesta ce l'ho nel DNA e che i miei non tenevano la varechina fuori dalla mia portata, quindi andavo lì e la sniffavo.

martedì 4 settembre 2012

Ah Batman, te credevo mejo.

UPDATE: qualcuno mi ha detto che spoilero. Magari è anche vero. Però siamo onesti: è Batman, non I Soliti Sospetti.
Ora attenzione perché la prossima frase è lo spoiler definitivo su questo film:

Come cazzo volete che vada un film su Batman?
Come ogni film su Batman.


Finito lo spoiler.

C'era quella vecchia barzelletta, dove un ubriaco incrocia una suora per strada, la sfabbrica di mazzate e poi andandosene dice: "Ah Batman, te credevo mejo".
E' quello che ho pensato ieri sera dopo il filme.

Premettiamo una cosa.

Io e il mio amico Marco, siamo arrivati al multisala e lui già stava applaudendo, alla cassa.
Davanti a noi c'era un tizio che chiede alla cassiera: - Scusi, vorrei per Batman il posto Fila I Numero 19.
Cassiera: - Perché?
Tipo: - Perché è al centro della sala sia orizzontalmente che verticalmente.
Io penso che al mondo c'è gente messa peggio di me e di Marco, che già in coda fa uouò e applaude.
Arrivato il nostro turno la cassiera ci guarda.
Io: - Due biglietti per Batman!
Cassiera: - Perché applaude? - indicando Marco.
Marco: - E' troppo presto per applaudire il culo di Anne Hathaway?
Cassiera: - Aspetta almeno che inizi il film.
Io: - Non ha tutti i torti.
Marco: - Allora vado ad applaudire un po' davanti al cartellone.
Prendiamo i biglietti e io mi dirigo al baretto, per prendere Poppicò e Sprài Media.
Mi viene battuto lo scontrino.
Presento la busta paga, il bilancio della società, una fidejussione bancaria, la pensione dei miei genitori a garanzia e in comode tremila rate posso avere bibbita e poppicò.

Devo fare una ulteriore premessa cinefila.
Ho visto i primi due Batman di Tim Burton.
Non ho visto Batman Begins e manco me ne importa mezza sega.
Ho visto il Cavaliere Oscuro e mi era piaciuto a parte Bruce Wayne/Batman che è doppiato da un qualche imbecille che non ha studiato  come si parli col diaframma.
Quindi non sono un integralista.
Sono un cinefilo capace di godere di mattoni inguardabili per qualsiasi essere umano, a cui piace ANCHE andare a vedere i botti.
In ogni caso, come botti ci siamo. Ce ne sono tanti.
Però ci sono alcune cose che non mi sono quadrate tanto, a parte Anne Hathaway (io e Marco stiamo ancora applaudendo).

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Sono queste:

- All'inizio l'aereo del cattivo assalta un aereo della CIA. L'aereo della CIA però è una baracca della Ryanair e si smonta in volo. Insomma la CIA dell'Universo DC Comics è alla canna del gas.
- Qualcuno mi deve spiegare perché a Wayne, quando indossa la maschera di Batman, gli viene una voce da telefonista erotica transessuale. Dico, non è giusto che vedo Batman ma mi viene in mente che dietro ci sia Amanda Lear con la pertosse.

Sciao amigo, suono Buatman
- Wayne viene pestato a sangue e spezzato dibbrutto e gettato in una prigione dall'altra parte del mondo, mentre Gotham City è in mano ai cattivi con una bomba atomica pronta a esplodere in 20 giorni. In meno di venti giorni si rimette in forma, scappa dalla prigione (vari tentativi, con vecchi prigionieri/maestri che, tipo il vecchietto di karatekìd, gli danno consigli apparentemente inutili ma alla fine saggi, del tipo te non c'hai la rabbiadentro per scappare! Te non ti cachi abbastanza sotto per scappare perché c'hai la rabbiadentro ma non c'hai lappaura! E via clichérizzando.). Ecco, alla faccia dei personal trainer. Domani mi piglio pure io un vecchietto rompiballe cieco e voglio vedere se in un mesetto non riesco a buttare giù panza.
- Non si è mai capito cosa faccia la Wayne Enterprises per fare soldi. Si sa che ci lavora dentro Morgan Freeman e che c'ha un magazzino segreto dove progetta le figate da dare a Batman. Questo mi fa pensare che noi ci lamentiamo del nostro mondo dove i ricconi e i politici fanno le cose sporche, ma a Gotham City non c'è manco un giornalista che chieda a Bruce Wayne: scusi, ma da dove arrivano tutti i suoi soldi? Ci fa vedere un 740? Lo fa, il 740, Batman?
- Il villain di questo capitolo, Bane, c'ha sulla bocca un coso che non si è capito se lo aiuta a respirare o a non sentire dolore o a tutt'e due. Ecco, pure lui l'hanno fatto doppiare da un cane, tra l'altro chiuso dentro uno sgabuzzino tutto il tempo. Perché l'effetto è quello di quando canti sotto la doccia, ma senza acqua che scroscia. Un po' Darth Vader ma con la voce pulita e senza dizione.
A questo punto i casi sono due: o cambiate i doppiatori, o cambiate i tecnici del suono, o tutti e due.
- Il poliziotto interpretato da Gary Oldman è l'unico in TUTTA Gotham City che non sa che Batman è Bruce Wayne.
- Batman c'ha degli strumenti per disattivare le cose meccaniche/tecnologiche che gli stanno intorno al fine di avere un indubbio vantaggio nei confronti dei nemici. Funzionano su tutto TRANNE che sulle cose che aiutano il cattivo a respirare/sopravvivere.

E infine:

- Mentre mancano DUE minuti alla fine del mondo, ancora stiamo ad ascoltare lo spiegone del cattivo/cattiva di turno? Che palle.  
BASTA CON GLI SPIEGONI.

Ecco, questo è quello che ho da dire sull'ultimo capitolo di Batman.


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UPDATE 2:
E' vero, la bomba sono 5 mesi, non 20 giorni. Comuque sono pochi lo stesso.

Mi sono dimenticato i voti!



Cassiera: ** e 1/2 (ha poco senso dell'umorismo)
Poppicò: ***** burrosi al punto giusto
Sprài Media: * (calda, ma ruttogena al punto giusto)

lunedì 3 settembre 2012

La principessa e i cavalieri.

C'era una volta una bellissima principessa, imprigionata in una Torre altissima, con a guardia un drago.

Arrivò un principe agguerritissimo e la principessa sorrise e sospirò.
Il principe fece un discorso al drago, lo corruppe e se ne andò via con in tasca l'appalto per costruire Torre 2, più alta e più bella.
Alla principessa delusa disse: "Scusa, bella figa, ma sono del PdL".

Arrivò allora un principe bardato e con una bella armatura bianca. Finalmente! - pensò la scema.
Il principe infatti disse che la principessa viveva nel peccato, a stare in casa di un drago senza averlo prima sposato. "Sono dell'UdC, non è accettabile".
E se ne andò.

Giunse quindi un cavaliere possente ma alla mano. Che bello! - pensò la povera stronza.
Il cavaliere arrivato davanti al drago si calò le brache, si affettò gli attributi e li cucinò alla griglia dicendo: "Come facciam noi la salamella alla festa del PD, nessuno!".

La principessa stava per gettarsi sconsolata nel fiume di lava, quando arrivò un cavaliere mezzo smandruppato con uno stemma pieno di stelline e tutto incazzato.
Meglio di niente - pensò la principessa.
Ma il cavaliere scese dal cavallo a pedali e si mise a rompere le balle al drago cercando di convincerlo a convertire le narici a pannelli solari e installarsi in culo un congegno magico per trasformare i peti in connessione wireless a banda larghissima e gratuita.

La principessa, quindi, cercò una bella trave e ci si appese per benino, mentre fuori i cavalieri continuavano a giocare.

L'Arte della Guerra Politica.

Nel 1928, a Tubingen, lo studioso Richard Wilhelm, quasi alla fine della sua vita, si vide recapitare anonimamente un trattato cinese risalente al V secolo a.C.
Era un manuale di tattica e strategia per i leader politici, intitolato L'Arte della Guerra Politica (政治战争的艺术), probabilmente redatto da quello stesso generale Sunzi (Sun Tzu) al quale si attribuisce il più celebre trattato militare che il titolo ricalcava.


Ecco alcuni precetti, stupefacenti per modernità.

1. Attacca con violenza, ma reagisci agli attacchi violenti con sdegno e voce innocente.
2. Dì ai tuoi seguaci che inseguano la libertà, ma ingabbiali tra le tue regole.
3. Che la struttura del tuo partito sembri fluida come l'acqua, ma che sia rigida come un alveare.
4. Esalta e fai tuoi i meriti degli altri. Rinnega i tuoi demeriti come figli illegittimi.
5. Se non hai mai governato, sfrutta ciò a tuo vantaggio e dì che sei il più adatto a governare. Fai credere ai tuoi seguaci che ognuno di loro potrebbe farlo.
6. Prometti ciò che i tuoi avversari non hanno il coraggio di promettere. Non indicare mai né il "come" né il "quando".
7. Trasforma le promesse in vento e usalo per sparigliare le carte dal tuo tavolo.
8. Condanna le contraddizioni dei tuoi avversari nel tempo, chiama le tue "evoluzione delle idee".
9. Tutti sono utili, solo tu sei indispensabile.
10. Parla alla pancia dei tuoi seguaci e carezza il loro cuore. Ti consegneranno i loro cervelli, giacché non ne avranno più bisogno.

A differenza del celebre "L'Arte della Guerra", dove viene descritta anche un'etica del conflitto, qui gli insegnamenti appaiono più spietati. Come se la guerra delle armi avesse un codice d'onore sconosciuto alla tenzone politica.
Si immagina che sia per questo che il testo arrivò in forma anonima allo studioso tedesco, già famoso per la sua traduzione del mauale filosofico-divinatorio I Ching, perché probabilmente era un "libro proibito", dove tra le pieghe degli insegnamenti era nascosta una critica feroce.
Non solo dei politici, ma della natura umana.

giovedì 30 agosto 2012

Domande e pensieri naif

Se ci fosse stata Internet durante la nevicata del 1985, avrebbe fatto più freddo?

Ma se i giornalisti hanno un Ordine, perché i giornali online hanno un layout così incasinato?

Ma perché a Isoradio rompono le palle a nastro sul fatto di stare attenti ai colpi di sonno alla guida e poi di notte mandano solo canzoni prese da compilation tipo "Io e il mio attimo di tristezza quando mi si è scaricata la pila del peacemaker - concerto per rantolo e catacombe n°1"?

Una volta ho visto una pubblicità della Illy. "Ordina entro il 21 la nostra macchinetta del caffé. Se non arriva entro il 24, te ne mandiamo 2".
...
Ma che cazzo me ne faccio di due?



Se i gatti avessero Internet, condividerebbero video e immagini di umani che fanno cose buffe?

Se un uomo russa in mezzo alla foresta e non c'è nessuna donna accanto a dormire, l'uomo sta comunque rompendo i coglioni?


Se un politico parla in mezzo alla foresta e non c'è nessuno ad ascoltarlo, sta comunque facendo false promesse?

Ma se facessero un monumento al cesso, i piccioni come si comporterebbero?

Ma quando i politici di maggioranza dicono che la politica deve dare risposte, di chi parlano esattamente?

Ascoltando una canzone di Bob Dylan stamattina alla radio ho pensato: Bob, tu sei un mito e ti si perdona tutto, però qualcuno ai tempi avrebbe potuto consigliarti di far suonare l'armonica a bocca a un armonicista. Bob, tu sei un mito e ti si perdona tutto, ma santissimo iddìo, ogni volta che entri con l'armonica sembra che tu stia stirando un gatto sotto le ruote della bicicletta.

Mi è capitato di ascoltare dei rapper che, parlando di sé in terza persona, si lamentano della realtà, di quanto stanno male, di quanto fa schifo tutto, di quanto sono dei duri perchè resistono a tutta questa mmerda yo yo. Visto che quando sento qualcuno che si lamenta così tanto mi spiace, vorrei dare un consiglio: magari state facendo il lavoro sbagliato. Quello che fai per vivere fa tanto, eh? Magari che ne so, scoprite che scaricare i camion vi realizza di più e vedrete che tutto cambia anche intorno.

Ho fatto un giro tra i gadget e gli accessori dei tablet. Custodie, tastiere, puntatori, piedistalli, monitor esterni, casse potenziate con bassi setosi. Ma alla fine non era meglio tenersi il portatile?

Ogni volta che nella mia vita ho sentito la frase "All'estero sì che sanno alzarsi in piedi e protestare!" a dirmelo era sempre una persona seduta.

Che i follower di Beppe Grillo o chiunque altro siano veri o falsi, io sto sempre a fare i conti co' 'sti quattro spicci.

Dicono che Jobs sia stato un genio. Douglas Engelbart era un vero genio. Nel 1967 inventò il mouse e l'ipertesto, cioè le fondamenta del web che usiamo oggi. Non poteva minimamente immaginare il boom della pornografia in rete. Eppure il mouse l'ha pensato per essere usato con una mano sola.

Tutti a inseguire il voto dei moderati. Siamo moderati di qui, siamo moderati di là. Non siamo di destra, siamo moderati di centro-destra. Non siamo di sinistra siamo moderati di centro-sinistra. Non sono coglione, sono un moderato centro-coglione. Poi arrivano quelli che non sono né di su, né di giù, ma dicono che sono avanti. (per dirlo secondo statuto bisogna pronunciare la prima "a" maiuscola e poi allungare la seconda "a" facendo con la mano un gesto che scavalca: Avaaaaanti [gesto], altirmenti non sei compliant).
Ecco, ma se siamo messi così male è proprio perché votiamo gente, da cinquant'anni, che non vuole prendere parte, dando l'impressione di poter accontentare tutti.
E' colpa nostra, eh?
Perché non gli chiediamo mai di essere partigiani (nel senso di "scegliere una parte" qualunque essa sia). Arriveremo al punto che quando gli si chiederà: ma da che parte stai? Risponderanno: "sono un moderato di centro-Avaaaanti [gesto]".
Mi sa che ci meritiamo tutto.

martedì 28 agosto 2012

Il sottile confine tra plagio e omaggio

Sono giorni nei quali si parla del plagio di Samsung nei confronti di Apple, che - visto che in USA si può - ha brevettato dei "gesti" e grazie a questo ha avuto una sentenza favorevole (e protezionistica) da parte  del tribunale Iuessè.
Nell'analogo processo in Sud Corea, invece, il tribunale ha dato torto a tutti e due i contentendi, dicendo sostanzialmente: non ci rompete le palle con queste idiozie e continuate a vendere e produrre in Sud Corea, idioti.

Insomma, il plagio è una questione terribilmente soggettiva, in tutti i vari campi di applicazione delle idee.

Mi è capitato di trovare, in un fumetto che non conoscevo, un'idea quasi identica a quella di un racconto che scrissi anni fa.
Vado a controllare e il fumetto è antecedente, anche se di poco, al mio raccontino che, fortunatamente, non ho mai pubblicato.
Da lì ho ripensato alla mania del "cit.", nata sicuramente dopo il caso Luttazzi e che, come tutte le cose qui in Internet, poi assume dimensioni esagerate e vede la nascita di vere e proprie psicosi.
Basti pensare a quelli che accusavano Crozza di aver copiato una battuta da twitter, quando la battuta si basava su un procedimento così scontato e "antico", che è chiaro che potesse venire in mente a chiunque (nevica a Roma->Evento raro->Nevica ogni morte di papa->il Papa si gratta le palle) e, anzi, viene in mente a chiunque ogni volta che si presentino le condizioni perché una battuta declinata in quel modo possa nascere. E twitter giù di hashtag "#copiaeincrozza" e sfottò quando pochi si accorgevano del fatto che c'era uno accusato di "plagio", e centinaia di persone che si sentivano plagiate.
Waddafakka, qualcosa non torna.

Esasperazioni internettiane, che poi sfociano nella parodia delle citazioni volutamente false e nel terrore di essere accusati di copiare o di essere copiati.
Estenuanti ricerche in rete per capire se quella battuta che pare così arguta sia stata già detta da qualcuno.

Anche io a volte pecco di queste immotivate fobie. Ma ci vuole anche onestà intellettuale: l'altro giorno la mia battuta su Armstrong l'ho ritrovata in giro quasi uguale, segnalatami da uno che mi legge. All'inizio ho pensato "ah! mi ha copiato!", ma poi mi sono fermato a ragionare e ho risposto: "Armstrong ciclista, trombettista e astronauta, è un meccanismo troppo sempice perché io possa rivendicarne la paternità."
Perché nell'esagerazione tipica di questi tempi, si arriva addirittura a rivendicare la paternità di battute scontate.
O a fare guerre tra poveri, come gli Appleboy contro i Samsungboy.
Della sentenza Apple non viene niente in tasca a nessuno, eppure c'è chi esulta.
Cose che col pollice opponibile non c'entrano proprio nulla.

Il plagio è sempre esistito, in ogni forma artistica o tecnologica.
Plauto copiava le commedie greche e le spacciava per sue.
Picasso diceva che il bravo artista copia e che il genio ruba.
Le cause musicali si sono sempre sprecate. Da che ci sono gli avvocati, perché ai tempi di Mozart invece ci andavano giù un po' più grezzi e si copiava per migliorare o anche solo per sbeffeggiare o onorare.
Ogni azienda al mondo ha sempre avuto un reparto di "Analisi Concorrenza", dove i prodotti vengono letteralmente smontati e viene fatto quel procedimento che si chiama "ingegnerizzazione inversa": partire dal prodotto finito, e capire come funziona.
Ok, nel plagio industriale e tecnologico esistono leggi diverse per ogni Paese, ma almeno qualche regola c'è. Per così dire.
Ma nel plagio artistico?
Dice: tra plagio e omaggio ci passa, appunto, il "cit.". Dichiarare cioè la citazione.
O, magari, fa la differenza la quantità di roba che "prendi".
Un par di ciufoli.
Al cinema non c'è l'elenco, tra i titoli di coda, dei film dai quali vengono prese le inquadrature. Se ci fosse questa cultura, Tarantino avrebbe titoli di coda più lunghi dei film stessi (il giorno che quel ragazzo farà un film con la farina del suo sacco, stapperò una bottiglia di vino pregiato per festeggiare. Ci era andato vicino con Jackie Brown, che infatti rimane un piccolo capolavoro sconosciuto).
Leone, il suo "Pugno di dollari", l'ha copiato inquadratura su inquadratura da Kurosawa, trama compresa.
Lì però la causa ci fu, e Leone la perse. Senza che questo inficiasse - giustamente - la sua fama di Grande.
Ma tra gli appassionati di cinema è diverso: è come se sia sottointeso che chi cita lo faccia non per mancanza di idee, ma per la voglia di sfidare il pubblico, per omaggio o al limite per parodia.
Nessuno si permetterebbe di dire a Tarantino che i due Kill Bill sono un collage di inquadrature prese da altri film, forse perché è tutto confezionato in maniera troppo fica ed emozionale, e quindi va bene così, alla fine ti diverti e bon.

Però, in tutto questo, io non ho ancora capito quando - e perché, nel caso - copiare sia una cosa da ganzi e quando sia una cosa da stronzi.

Forse la differenza è davvero questa: chi scrive "plagia", chi invece dipinge, fotografa o filma, "cita". Ma sarà davvero solo tutto qui?
Credo che nessuno lo capirà mai.

lunedì 27 agosto 2012

Ad canis cazzium. Lectio Magistralis.

Il riferimento è alla mia - oramai - nota risposta a Formigoni qualche tempo fa su twitter:





Ok, dato che è saltato fuori il solito che mi ha commentato come nella risposta a Formigoni avrei dovuto mettere l'accusativo, chiudo la questione con questa lezione pubblica di latino.

Formigoni scrisse che i tagli erano stati fatti "ad canis cazzium".
Terribile sia per scelta dei termini, che per scelta del complemento, anche pensando a un latino che voglia essere simpaticamente maccheronico.


E' infatti cosa - poco, a quanto pare - nota, che in latino AD + ACCUSATIVO sia un complemento di FINE.
Il quale esprime cosa?
Tu laggiù in fondo, Scortichetti.

- Il fine, lo scopo di una certa azione?

Esatto, bravissimo Scortichetti Guido.
Esempio di complemento di fine:

"Giulio Cesare pagò l'F24 dell'IRPEF per non essere blindato da Monti"

Bene. Il fatto che quando parliamo in "latinorum", costruiamo questa frase con AD + ACCUSATIVO è un errore dovuto al fatto che in italiano diciamo "questa cosa è stata fatta A CAZZO DI CANE".

Ma purtroppo questa locuzione può essere solo due cose.
Scortichetti! Tu che hai studiato, che complemento può essere?

- Prof, può essere o Complemento di Modo o Maniera (ho fatto una cosa in un certo modo) oppure un Complemento di Mezzo (ho fatto una cosa con un certo strumento).

Scortichetti, bravo, ma sei un secchione del cavolo e dopo ti pestiamo, te lo meriti.

Ora, il traduttore può scegliere tra questi due complementi, cercando di tradurre "A cazzo di cane".
Come si traducono? E' presto detto:
1) Complemento di Modo o Maniera. (ho fatto la cosa alla maniera in cui la farebbe il cazzo di un cane)
si usa CUM + ABLATIVO
Con l'eccezione che se c'è un aggettivo, il CUM può essere omesso o interposto.
"Silvio Berlusconi visse con grande onestà"
diventa:
- vixit magna integritate, o
- vixit magna CUM integritate
Capita di trovare, come licenza, il solo ablativo anche senza l'aggettivo, ma è molto raro e generalmente considerato non corretto.

2) Complemento di mezzo. (ho fatto la cosa con il cazzo [di cane])
2.1) il mezzo che uso è un oggetto o qualcosa di astratto o qualcosa di non deambulante e/o inspirante ed espirante (quindi vale anche per Giulio Andreotti, che è un cyborg)
si usa l'ABLATIVO senza preposizioni.
"Renato brunetta mangia la pupù con la forchetta"
- furcula merdam est
(p.s. furcula è una mia derivazione da furca, potrebbe non essere giusto, probabilmente era la forcella ma tanto per brunetta va bene anche quella. Il primo che mi dice che "est" è il verbo essere sta in ginocchio sui ceci per una settimana)
2.2) se il mezzo è una persona o un animale
si usa PER + ACCUSATIVO
"Silvio Berlusconi entrò in città con Alfano" (nel senso di "a cavallo di alfano")
- per Alfanum in urbem se intulit

Scortichetti Guido, perché alzi la mano?
- E se fosse complemento di agente o di causa efficiente?

Anche in questo caso la costruzione vuole l'ablativo. Semplice nella causa efficiente, composto con A o AB in quello di agente, e si usa nelle frasi passive.

Quindi il traduttore, nello specifico caso, decise di usare il complemento di mezzo e tradurre "a cazzo di cane" con "mentula canis", scegliendo tra l'altro un termine decisamente più elegante per IL CAZZO, in vece del ridicolo e imbarazzante "cazzium".

Scortichetti, la tua era una domanda intelligente, ma visto che sei un secchione maledetto adesso ti chiudi da solo nell'armadietto di ferro e fai il juke boxe.
Come prima canzone voglio "Acqua azzurra acqua chiara" e quando prendiamo a calci l'armadietto devi cambiare velocità.
Se non ti va, ti avvolgiamo nella carta igienica. Usata.
La lezione è finita.
Andate in pace.

p.s.: non studio il latino da lustri, quindi qualcosa a livello di termini potrebbe essere sbagliato, ma la sostanza non cambia. Tradurre con AD + ACCUSATIVO non ha senso ed è una stortura dovuta al fatto che in italiano preponiamo la A.

p.p.s.: il nome dello studente è ispirato a un personaggio del film "Straziami ma di baci saziami", Scortichini Guido. Per i maniaci delle citazioni, aggiungo qui un po' di "cit." da usare alla bisogna, quando presi da crisi di ipertiroidismo citazional-giustizialista
cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit. cit.

domenica 26 agosto 2012

Top Five delle cose che mi fanno venire voglia di far saltare per aria Internet.


5. I video su youtube con spezzoni di film dove la gente, per far vedere chissà quali capacità, aggiunge titoli, scritte rotanti, musica techno, baloon con commenti idioti.
Oh tu, utente di youtube, con la faccia così simile al tafanario: ma se stai caricando uno spezzone di un film, quindi una cosa alla quale non devi aggiungere né togliere nulla, mi spieghi che diavolo c'entrano titoli di testa e titoli di coda, magari in Comic Sans?
Maledetto.

4. A volte capita. Ci si distrae, per carità; ma c'è chi lo fa sempre. Oramai ne ho osservati tantissimi. Se ti mando una mail con in copia delle persone, perché non clicchi su "Rispondi a tutti"? Eh? Che poi devo mandare la tua risposta io a tutti gli altri?
C'è forse scritto "Postino del Duemila" sulla mia fottutissima fronte?

3. Sempre mail. Quando leggo le email penso che non ne è valsa la pena di avere tutto questo, la velocità, le notizie in tempo reale, la rivoluzione digitale.
Riuscirai a mettere UNA dannata virgola, UN misero punto?
Non che io pretenda i punti e virgola, quelli si sa che per alcuni insegnanti addirittura sono delle leggende metropolitane.
Ma non puoi scrivermi (exemplum fictum): "Si ho letto la mail domani credo prima della riunione con il dottore manderemo sempre che abbiamo tutti gli elementi un documento descrittivo da validare secondo gli standard che ci siamo detti l'altra volta al tavolo sulla privaci facciamo del nostro meglio che facciamo vedere ai tedeschi che si lavora bene mi fido di te dai che si conclude!!! ciao"

Ciao? Ma io ti ammazzo. Capito?

2. Sempre youtube, sempre video. Ok, metti su una canzone. Magari è anche bella e romantica. Se non hai le capacità per fare un video o un montaggio che ci stia bene sotto, non montare delle foto che accompagnino le parole del testo. Del tipo che se il testo (in inglese o in italiano che sia) dice "Rosa" tu ci metti la foto di una rosa con una spina con la goccia di sangue, e se il testo dice "Lacrima" tu metti la foto di un'adolescente emo in lacrime, e se il testo dice "TUA MADRE" tu ci metti la foto di quella infausta rutilante m...

[due iniezioni di diazepam più tardi]

ignotta! Piuttosto lascia la copertina dell'album. O un bel riquadro a tinta unita. No? E dai, non farmi arrabbiare.

1. Le musiche sui siti. Lo so che stanno tornando di moda, la lobby dei webdesigner musicherini sta rialzando la testa.
Una volta erano una cosa pacchiana in siti orripilanti, pre-web 2.0, con bruttissime gif animate e altissimo rischio di sindromi epilettiche nei visitatori. Generalmente in siti fatti da scalzacani alle prime armi. Tutti li prendevano in giro. Ah ah! Hai messo la musica nel sito! Sfigato!
Pensavamo si fossero estinti nella vergogna.
Ora le musiche stanno ricomparendo in siti fatti (diciamo) meglio, magari con il desàin fico, magari con tutto lo studio sull'usabilità, e i colori, e stafava, ma sempre di enormi PACCHIANERIE parliamo.
Ma io lo so perché: quegli scalzacani alle prime armi, ora, sono diventati i dirigenti d'azienda che commissionano i siti con la musica che si avvia all'apertura.
Si stanno vendicando.
Vi odio.

giovedì 23 agosto 2012

Nuove qualità di benzina

Il prezzo della benzina è talmente alto che prima di mettermela nel serbatoio, il benzinaio me la fa assaggiare mostrandomi l'etichetta. 

Shell N° 5

ENI Barricato DOCG


Esso Baslamico di Modena

Q8 Brut Imperiale

mercoledì 22 agosto 2012

Cosa Bianca? Facciamo la Cosa Seria.

Solitamente non copincollo direttamente i post di altri blog, ma questo appello mi pare davvero importante.

Altro che Cosa Bianca.
Facciamo la Cosa Seria.
Un movimento aperto a quel 99 per cento di cittadini che non vive di rendite e di finanza: che siano giovani o anziani, deboli o forti – perché anche i forti possono prendere con onore la responsabilità di essere garanzia degli altri.
Un movimento laico di quella laicità che è la più intelligente garanzia della solidarietà senza esegesi politica.
Nella Cosa Seria le porte sono aperte a tutti coloro che si riconoscono nelle priorità di programma che sono poche e chiare. Nella Cosa Seria ci si impegna ad essere includenti nel senso più pieno: quello che combatte le oligarchie, le iniquità, le rendite di posizione e le corporazioni.
Nella Cosa Seria la memoria è un punto di programma: la memoria della Storia di questo Paese (la migliore come stimolo e la peggiore come vaccino) e la memoria delle scelte politiche delle persone che vogliono starci. I liberisti smodati sono liberisti smodati, perché ne abbiamo memoria. I sostenitori prostituiti ai berlusconismi in tutte le sue salse sono incompatibili con noi, perché ne abbiamo memoria. I fiancheggiatori politici di persone condannate per mafia sono avversari politici senza mediazioni, perché ne abbiamo memoria.
Chi ha votato in Parlamento la sistematica distruzione della scuola, della magistratura, dei diritti dei lavoratori, delle emergenze per sfamare gli appalti, del suolo trasformato in appetitoso margine di monetizzazione, delle infrastrutture utili dimenticate, della sicurezza idrogeologica in nome del profitto, della sanità pubblica e di tutto ciò che è stato confiscato ai diritti, nella Cosa Seria non ha posto perché la memoria è il primo ingrediente della democrazia e i ravveduti dell’ultimo minuto sono alchimisti che ormai sappiamo riconoscere.
Nella Cosa Seria anche la verità è un punto di programma: la verità giudiziaria, la verità storica e la verità politica. Non si parteggia per questo o quel potere: si pretende l’emersione totale dei fatti e si difende chi lavora per questo. Senza calcoli elettorali e posizionamenti da patetico risiko politico.
Nella Cosa Seria si dialoga con il cuore dei partiti: i militanti, gli amministratori, le tante persone serie e per bene che fanno politica con impegno e passione in giro per l’Italia. Perché il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, era un politico, Pio La Torre era un politico, Peppino Impastato era un attivista politico: la politica in Italia per molti è stata ed è una Cosa terribilmente e meravigliosamente Seria.
Nella Cosa Seria l’equità non è un spot europeista di macroeconomia ma passa attraverso un ridistribuzione dei diritti e dei doveri, dei costi e dei benefici e soprattutto delle opportunità. Opportunità garantite a tutti: la meritocrazia passa per forza da qui.
Nella Cosa Seria vincere le elezioni è un mezzo e non un fine. E anche governare dopo averle vinte è un mezzo e non un fine.
Nella Cosa Seria i diritti civili non sono più negoziabili con nessuno, né rinviabili, né assoggettabili a compromessi al ribasso o a diktat provenienti da chi fa della propria fede un elemento di divisione e non di fratellanza. E per questo, anche per questo, non sono alternativi ma al contrario strettamente connessi con i diritti sociali.
Nella Cosa Seria si pensa che i cinque miliardi di euro spesi finora per bombardare l’Afghanistan siano stati rubati al welfare, agli ospedali, agli asili nido, alla scuola pubblica. E che le spese in aerei da guerra o in supercannoni tecnologici siano solo un furto ignobile ai danni dei  pensionati come dei precari.
Nella Cosa Seria si sta insieme, perché un’alleanza politica non è un matrimonio e quindi non divorzi se il tuo alleato urla troppo quando parla o è maleducato. Nella cosa seria conta la politica vera, il programma da realizzare, non le simpatie.
Nella Cosa Seria quando dici «ce lo chiede l’Europa» pensi alla legge anticorruzione mai fatta, al salario minimo garantito in Francia, al congedo parentale obbligatorio per i papà della Svezia, al reddito minimo di cittadinanza garantito da tutti gli stati europei tranne che da noi, in Spagna, Portogallo e in Grecia. Pensi a un modello di previdenza sociale che tuteli anche i lavoratori precari e le donne che devono lasciare il posto di lavoro in gravidanza, pensi a una legge sulla procreazione assistita che non ti costringa ad andare all’estero per fare un figlio, pensi al pluralismo dell’informazione e alla diffusione della rete.
Nella Cosa Seria siamo europeisti convinti, per questo pensiamo che l’Europa unita non sia quella delle banche ma quella dei cittadini, e che i mercati finanziari debbano essere controllati e le speculazioni scoraggiate con misure come la Tobin Tax per privilegiare gli investimenti sul lavoro e l’impresa.
Nella Cosa Seria ci si batte per un’Europa matura e solidale con un indirizzo comune, un esercito comune, liste comuni al parlamento europeo e una banca centrale in grado di mettere al riparo i singoli stati dall’attacco della speculazione finanziaria.
Nella Cosa Seria pensiamo che ciascuno sia cittadino del Paese in cui nasce, che l’immigrazione sia una risorsa e non una minaccia.
Nella Cosa Seria vogliamo che il carcere serva a rieducare e non a umiliare e che la detenzione sia l’ultima opzione dopo il ricorso a pene alternative.
Nella Cosa Seria siamo convinti che la lotta all’evasione si combatta abbassando la soglia del pagamento in contanti e tracciando i pagamenti. E che sia ingiusto aumentare il prelievo fiscale ricorrendo all’aumento dell’Iva e non alla patrimoniale.
Nella Cosa Seria immaginiamo città liberate dal traffico e dall’inquinamento grazie alle piste ciclabili, al car sharing, con un trasporto pubblico più efficiente e meno macchine.
Nella Cosa Seria crediamo che l’Italia meriti una politica industriale che punta a un modello di sviluppo sostenibile; nella Cosa Seria pensiamo che si cresca riconvertendo e non cementificando, puntando sulle energie alternative e non sulle grandi opere.
Nella Cosa Seria si fanno le primarie, si scelgono i parlamentari, non si decide mai soli, né in due o in tre.
Nella Cosa Seria sappiamo che la parola “sinistra” nel Paese ha ancora un senso diffuso che non appartiene a ceti politici né a gruppi dirigenti. È un sentimento, un modo di stare al mondo, un’appartenenza ideale e concreta che richiede coerenza e che non può ridursi in piccoli e particolari interessi di bottega, antiche inimicizie e gelosie d’appartenenza.
Per questo chiediamo che Sinistra Ecologia e Libertà e una parte consistente del Partito Democratico siano il motore di una coalizione che sia una Cosa Seria. Che guardi a Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, ALBA, Verdi e tutti coloro che si riconoscono in un manifesto di posizioni chiare e realmente governabili, oltre che di governo. Perché non ci piace la strategia dell’inerzia per capitalizzare il consenso trascinandosi alle prossime elezioni, ma preferiamo la semplicità e la chiarezza delle idee da valorizzare insieme. Soluzioni collettive per risolvere i problemi, insieme: politica presa come una Cosa Seria.

Questo documento è stato scritto a molte mani (da Giulio Cavalli, Francesca Fornario, Alessandro Gilioli, Matteo Pucciarelli, Luca Sappino e Pasquale Videtta) ma non ci interessano i padri o i primi firmatari; ci interessa farsene carico e condividerlo. Sul serio.

lunedì 20 agosto 2012

Top Five dei Complottismi

Online ci sono oramai complottismi divertentissimi.
Allora ho deciso di inventarmene qualcuno anche io.

5. I Gelatai.
Questa Gilda apparentemente amata da tutti, perché dispensatori di dolcezze rinfrescanti. Avete mai notato che se gli chiedete due gusti, il gusto A e il gusto B, prima ti mettono il gusto B e poi il gusto A?
Una volta ho anche provato a fare una lunga pausa, tra il gusto A e il gusto B, ma non è che ha iniziato, no. Ha aspettato.

- Prendo A...
- Sì... :)
- Eh sono un po' indeciso... intanto comunque A...
- ... :) [sempre con quel cacchio di sorriso da Buoni]
- :|
- :)
- Vabbeh, e B.
- :) Ecco.... B e A! A lei!
- [masticando rabbia] Grazie...

Perché lo fanno? Cosa nascondono? E soprattutto, che cazzo di gusti sono A e B?
Non fidatevi dei gelatai.

4. I Portinai Filippini.
Sono gentili, sorridenti. Sembra che non capiscano una sega di quello che dici, ma in realtà sanno tutto. Ridono sempre. Suonano alla porta dell'ufficio:
DRIIIINNN!

- 'CCOMANDATA! Eehehhehehheeh
- Grazie. [Cazzo ridi, è una multa.]
- Ahahahahahahahah!

Cosa hanno da ridere sempre? Perché lo fanno? Cosa sanno che noi non sappiamo?
Non fidatevi dei portinai filippini.

3. I giornalai.
Sono lì, barricati dietro montagne di carta, riviste, inserti speciali, gadget, fumetti. Hanno solo uno spiraglietto, dal quale ti guardano sospettosi.
La gente compra sempre meno giornali, eppure loro sono lì, nel loro bunker, sempre più pieni di barriere.
Ma qui lo so, perché: dentro, sono armati fino ai denti.
Sono anche dislocati nei punti strategici delle città: incroci, piazze e stazioni.
Si preparano da anni a conquistare il mondo.
Non fidatevi dei giornalai.

2. I parrucchieri e i barbieri.
Sono manipolatori della mente. Gli dici che vuoi un taglio, ma uscirai di lì col taglio che vogliono loro.
Gli porti una foto del taglio che vuoi, un rendering 3D, un modello in creta della tua testa con sopra una parrucca tagliata esattamente come vuoi.
Niente, uscirai con il taglio che loro hanno pensato.
E li pagherai, anche. Uscirai in uno stato di trance, e solo arrivato a casa, guardandoti allo specchio, li maledirai e giurerai per l'ennesima volta che non ci tornerai.
Non fidatevi dei parrucchieri.

1. I complottisti.
Sono disposti a credere a qualsiasi cosa: signoraggio, scie chimiche, 11 settembre, nani da giardino, i panda cyborg, i cellulari che cuociono le uova ma le cuociono di merda, hai presente l'uovo alla cocque che rimane un po' crudo dentro, mio cuggino topocane e via dicendo. Eppure continuano a vivere dove vivono, a comperare dove comprano, si prendono l'ultimo iQualcosa e quando non c'è campo bestemmiano.
Ecco, io almeno sono uno che disturbato lo è dichiaratamente.
Perché loro si prendono e vengono presi pure sul serio?

Il Deserto della Crisi

Esterno giorno.
Colonna sonora tipo Lawrence d'Arabia.

Monti: - Forza, Fra. Ancora due dune e saremo usciti dal Deserto della Crisi.

Fra: - Amico, l'hai detto già tre dune fa. No, andate avanti voi.

Alfano: - Non dire così...

Berlusconi: - Taci, sherpa inutile, e non far cadere il vassoio coi Martini. Fra, consentimi, ce la puoi fare.

Fra: - Sento freddo alle gambe...

Casini: - È perché non hai pagato il gas.

Bersani: - Oh, se vedi una grande luce dimmelo che così capisco se allearmi con l'UDC o no.

Vendola: - L'alba dalle dita rosate della rinascita ergonomica italiana sarà fatta di poesia e non di parossismo.

Fra: - Ma che cazzo sta dicendo?

Maroni: - Mai capito una parola, ma è così carino...

Alfano: - Se non aiutiamo il Fra, morirà.

Berlusconi: - Cosa ti ho detto prima?

Alfano: - "Vai a fare i caffè, negro"

Brunetta: - Io non sento odore di caffè.

Di Pietro: - Presto, c'è un magistrato? Se non c'è fa bene a non esserci.

Fra: - Voi che avete un futuro, delle speranze... lasciatemi qui a morire. Andate avanti. Addio...

Napolitano: - Che accade? Perché ci siamo fermati?

Monti: - Uno della generazione dei trenta/quarantenni. Deboli e inutili.

Napolitano: - Tutti noi italianamente ci struggiamo e non dimenticheremo il nome di...

Alfano: - Caffè pronti.

Berlusconi: - Ora non abbiamo più voglia, schiavo. Ehi ragazzi, giochiamo allo schiaffo del precario. Sta sotto Alfano!

Tutti: - Yeeeeee!

lunedì 13 agosto 2012

L'informatico del Papa. Un collega frustrato, ci scommetto.

A processo per le fughe di notizie riservate dal Vaticano pure l'informatico del Papa.
Certo, se il collega aveva del risentimento nei confronti del Vaticano, lo capisco.
No, fermi, non è per questioni anticlericali. E' che conosco il mio lavoro e tanti colleghi. Deve essere frustrantissimo sistemare i problemi informatici lavorando in uno stato dove la bestemmia è uno dei reati più gravi.
Non è scientificamente provato, ma il moccolo aiuta spesso a risolvere le problematiche IT.

Mi ricordo di una volta in cui sono andato da delle suore a sistemare un pc. Fu un'esperienza surreale, perché c'era questa immensa struttura, pareva disabitata, nella quale entrai con l'auto. Poi salii delle scale, e dentro non c'era nessuno. Solo ombre di persiane semichiuse. Non era un convento. Era più una sorta di grossa scuola, architettonicamente parlando.
Ricordo che ero al centro di un lungo corridoio. Dissi: "C'è qualcuno?". Guardai a destra, poi a sinistra. Nessuno.
Poi guardai di nuovo a destra e c'era questa suora nana.
Da dove fosse sbucata, non lo so.
Tuttora non ricordo il viso.
Non morii di infarto solo perché avevo sulle spalle decine di ore di gioco a Silent Hill e Resident Evil.
- Lei è il tecnico?
- Tennico, sì.
- Mi segua.
La seguii.
Ovviamente come tutte le suore, non camminava, non potevo vederne i piedi sotto la gonna che toccava il pavimento, ma si spostava in qualche modo misterioso come se fosse su un nastro mobile.
Mi portò lungo una serie di corridoi, vuoti, sui quali si affacciavano stanzoni vuoi.
Entrammo quindi in una stanza, nella quale c'era solo una piccola scrivania e un pc.
- E' questo.
- Cos'ha?
- Lo accenda.
Lo accesi.
Un urlo di terrore rimase strozzato nella mia gola.
Windows ME.
- E' partito.
- Provi a collegarsi a internet.
- Ma non vedo nessun modem...
- Abbia fede.
Ebbi fede.
Non appena Internet Explorer si aprì, si smitragliò sullo schermo la più grande cambogia di finestre e pop-up automatici con donne nude e perversioni pornozozze che avessi mai visto.
Subito pensai di trovarmi di fronte all'Eldorado di cui ogni nerd sospetta l'esistenza, il Contenitore Primigenio dei Porni.
Non avevo visto niente del genere neanche sui pc di Eucaristo Spongebobbini.
Ogni finestra chiusa si traduceva in altre 100 finestre aperte.
Ogni clic su qualsiasi icona erano poppe e chiappe che sbucavano da ogni dove.
Guardai la suora, ma il viso era come sfocato.
E' proprio vero che si perde la vista coi porni.
- Come mai succedono queste cose?
Non potevo rispondere con la verità che ogni informatico sa, e cioè che "queste cose succedono perché visitate i siti porno".
Un informatico non dice mai ai suoi clienti questa cosa, per non meterli in imbarazzo.
Un informatico risponde sempre:
- Eh, sono virus che si installano anche da soli. Magari una pubblicità su un sito NORMALISSIMO, uno fa clic per sbaglio, e vualà.
Il cliente sa che stai mentendo. Tu sai che il cliente sa che stai mentendo, ma il discorso finisce lì.
- Li tolga.
Mi misi di fronte alla tastiera e pensai: ho già risolto cose peggiori. Ho visto firewall cisco in fiamme al largo del MIX, e ho visto i rootkit balenare nel buio alle porte di Cesano Boscone (MI), posso farcela.
Fu dura, fu veramente dura.
La suora era dietro di me, silenziosa.
- Ma porc...
- Sì?
- Volevo dire: proprio birichino, questo computer.
[...]
- Ma la grandissima p...
- Dica?
- Volevo dire: la grandissima persistenza di questi virus mi costringe a metodi alternativi di problem solving.
- Pensavo volesse usare un linguaggio scurrile. Lo usò anche il precedente tecnico. Non lo usi.
Non lo usai.
Ma quella valvola sacrosanta di sfogo che ogni informatico ha nella sua immaginaria cassetta degli attrezzi, mi era preclusa.
Mi morsi la lingua più volte, e mentre lavoravo una domanda rimaneva sedimentata nel mio inconscio: che è successo al precedente tecnico?
Quando finii, ero completamente sfinito e sudato.
Guardai la suora.
- Bravo, ora può andare.
- Davvero posso?
Non appena salii in auto, tirai il più lungo e articolato moccolo della mia vita, per liberarmi, una cosa che offendeva contemporaneamente le religioni più diffuse, alcune immaginarie, Paulo Roberto Falcao, chiamava in causa Giuliano Ferrara e infrangeva tutte le leggi passate, presenti e future riguardanti il buon costume.
Arrivai davanti al cancello elettrico, che rimase chiuso.
Mi colse il terrore: magari mi avevano sentito, magari avevano letto il mio labiale! Sicuramente stavano arrivando a prendermi.
Ero ancora pietrificato quando il cancello lentamente si aprì.
Sgommai fuori a una velocità illegale, e corsi a cambiare numero di telefono, partita iva, residenza, nome.
Provai anche a cambiare sesso ma mi dissero che oramai ero fuori garanzia e dovevo tenermi quello che avevo.

domenica 12 agosto 2012

D'estate non abbandonare gli anni 60-70

Questo è un appello serio.
Nasce dall'ascolto e dalla visione di un video, video che di per sé non sarebbe un grosso problema, se non avesse un audio. Audio che mi è capitato di sentire diverse volte in radio negli ultimi giorni.
Il video rappresenta una serie di hipster sfigati alle prese con lo stupro di due canzoni storiche: Norwegian Wood dei Beatles e Kashmir dei Led Zeppelin.
Si contano una serie infinita di cazzoni, più o meno famosi, che musicalmente pisciano su brani storici del passato, riproponendoli o aderenti (credono) all'originale, o in una qualche versione riarrangiata.
Nessuno, però, fino ad ora si era azzardato a unire ben due canzoni storiche in un solo obbrobrio.
I colpevoli di questo scempio si chiamano Aaron English Band.
Non che non sappiano suonare. Sanno suonare. E anche bene.
Ma che c'entra, pure Vittorio Feltri sa scrivere bene.
Ecco il video in questione:

Non sta interpretando Norwegian Wood e Kashmir.
Si sta lamentando per il mal di pancia. Altrimenti non saprei come spiegare certi vocalizzi da ubriacone sotto crack e dopo una scorpacciata di cozze avariate
.

Il problema è che questa gente senza scrupoli sfrutta classici della musica per il proprio divertimento, si filma con fotocamere full HD e la gente pensa pure che siano fichi, quando in realtà, ogni volta che un gruppo di hipster deficienti compie un delitto del genere, un pezzo di anni 60-70 mure per sempre e scompare dalla memoria futura.
Sono esagerato?
Non credo.
E' grazie a operazioni come queste che si pone il seme perché, un giorno, un bimbominkia vedendo questo video


possa commentare: "Cioè, ma chi sono questi capelloni che rifanno la canzone di Aaron English?"
La sola potenzialità che una cosa del genere accada è terribile.
Viviamo in una Rete dove la perdita di memoria musicale STA GIA' AVVENENDO:
E stiamo parlando di Kurt Cobain, anni 90, decisamente più recente. Se già i bimbiminkia stanno cancellando un decennio appena passato, cosa capiterà ai dolci, dolcissimi anni 60 e 70, il periodo migliore di rock e hard rock?

E' quindi importante che d'estate, quando cioè le ferie fanno calare l'attenzione e sedicenti musicisti senza scrupoli stuprano grandi classici contando sul passaparola internetico, noi non abbassiamo la guardia e denunciamo alle autorità competenti questi scempi.
Perché ci sarà un'autorità competente, vero?

Dovrebbe esserci.


D'estate non abbandonare gli anni 60 e 70 in mano a certi criminali.

E' una campagna a favore della vivisezione di gente come questa:

Nella foto: Aaron English, il maniaco sessuale colpevole di scempio musicale
 


venerdì 10 agosto 2012

Grillo, le Olimpiadi del Populismo, Josefa Idem e il reale peso online dei Meetup

Una considerazione riguardo la  vicenda Josefa Idem, che intervistata sulle sparate di Grillo riguardo le Olimpiadi ha dichiarato: "Grillo è una patacca".
Anche qui, come in altri casi, si è assistito alla reazione dei grillini, infuriati perchè si è applicato del ragionamento critico sulle parole del vate. Reazione prontamente riportata dai quotidiani online.
Con frasi anche come "non nominare il nome di Grillo invano" e insulti a una campionessa che si fa onore nel mondo da decenni.
Il problema, però, è che il reale peso dei grillini online è molto scarso, a mio parere.
Sono attivi soprattutto nei meetup (i forum del movimento) e sul blog di grillo, nei commenti.
Li si vede in giro anche in qualche pagina di Facebook o in qualche tweet, ma a volte, leggendo gli articoli, si ha l'impressione che "la Rete" sia invasa da post dei sostenitori di Grillo e che il "sentimento" dei navigatori online sia in generale aderente al loro.
Chiunque viva molto e studi la Rete e i suoi movimenti, però, può vedere benissimo come non sia vero, perché il Movimento 5 Stelle, online, è molto verticale e pochissimo orizzontale. Per spiegare meglio: l'unico confronto che si può avere, è iscrivendosi ai forum dei vari Meetup e lì si possono leggere le loro discussioni o gli strali verso chi si sia permesso di mettere in dubbio i dogmi del vate. 
Al di fuori di quei forum, ci sono voci assolutamente contrastanti, in luoghi di ritrovo non controllati né politicizzati (a meno che non si voglia fare un'altra sparata e dire che Facebook e Twitter siano di proprietà dei partiti), che messe insieme avrebbero un peso anche maggiore.
Eppure negli articoli "la Rete" pare sempre più un serpente grillino che si muove all'unisono.
La verità invece è che chiunque abbia la presunzione di poter "racchiudere" la Rete, si illude - anche Zuckerberg sta fallendo in questo, sebbene il suo intento non sia politico ma funzionale.

Sarebbe quindi corretto che chi fa informazione sulle discussioni online, fornisca una visione il più possibile globale di ciò che accade in Rete, magari frequentando orizzontalmente più luoghi di ritrovo e non verticalmente solo l'aggregazione grillina.
In questo modo la percezione di chi non vive troppo profondamente la Rete, sarebbe più corretta, meno falsata.
Perché la realtà è molto più semplice di quello che si possa immaginare: come ogni movimento politico, il M5S è fortissimo nei propri spazi.
Così come il PDL è fortissimo nei suoi forum e nei suoi siti e pagine.
Come il PD.
Come chiunque.
Non esiste, e non esisterà mai, una "coscienza collettiva online" o, se non collettiva, predominante.
Evitiamo di illuderci e di illudere. 
Perché equivale a disinformare.

p.s.: riporto il mio post su Facebook di ieri riguardo l'ennesimo "meme" populista, nato online e subito rilanciao:

Grillo dopo aver detto che le olimpiadi sono il trionfo del nazionalismo (quando invece sono l'esatto contrario), riporta una frase che gira online e che sostiene come sia uno scandalo che una medaglia d'oro italiana riceva un premio di 140mila euro, mentre in germania ne prende 15mila.
Però ancora una volta le informazioni sono incomplete. Perché:

1. I premi in denaro vengono da un budget già consolidato del CONI (che comunque in due anni ha avuto tagli per

una sessantina di milioni di euro)
2. A differenza di altri paesi, dove il premio è esentasse, da noi è tassato al livello più alto, il 42%
3. Il budget per i compensi è calcolato sulla previsione di medaglie, è ovvio che un paese che prevede più medaglie decida di assegnare un premio inferiore, infatti paesi che ne prevedono pochissime, come Singapore, Azerbaijan e Armenia assegnano per l'oro premi superiori ai 500mila euro.
4. Abbiamo dirigenti pubblici che prendono 6 volte quelle cifre. Ogni anno, non ogni quattro.
5. Nei paesi presi ad esempio, gli atleti di sport minori stanno mediamente meglio, economicamente.

Ci sono scandali veri da inagare, nel mondo della gestione sportiva del CONI, invece che sparare in modo facile su quei pochi atleti che ogni 4 anni cercano di distinguersi e che - loro sì, e con poche eccezioni - durante la preparazione se vogliono uno stipendio devono arruolarsi nelle forze armate.

mercoledì 8 agosto 2012

Biancaneve e il Cacciatore (di Vampiri)

La Squadra Cinefila TrashNerd ieri sera era composta dal vostro affezionatissimo narratore, Marco e Ste.
Ci troviamo al Multisala, a Milano, perché nel posto di merda in cui viviamo i cinema sono già tutti chiusi, pronti a una di quelle imprese che almeno una volta all'anno ci concediamo: la doppietta.
Per chi non lo sapesse, la doppietta consiste nello scegliere due film (possibilmente due cacate da prendere in giro o due film d'azione eccessivamente adrenalinici) e vederli in sequenza.
Ma attenzione, quella di ieri partiva come una semplice "mezza maratona", una sorta di allenamento per la doppietta SERIA che a fine mese ci vedrà impegnati in "Batman + I Mercenari 2".
Lì sarà roba per veri duri.
La serata di ieri univa, come il titolo suggerisce, Abramo Lincoln Cacciatore di Vampiri (uscito in Italia con il titolo "La leggenda del Cacciatore di Vampiri", probabilmente per attirare più bimbiminkia e non spaventarli con un personaggio storico) e la rilettura fiabesca dichiaratamente per bimbiminkia Biancaneve e il Cacciatore.
La doppietta ci piaceva anche per i vari incroci: cacciatori nei titoli, vampiri da una parte, la tizia scema di Tuàilaiz dall'altra.
Entriamo nel Multisala e ci piazziamo di fronte a una cassa chiusa.
Io: - Ma è in treddì?
Marco: - Solo Abramo Lincoln
Ste: - E la cassiera?
Io: - Quella è in No-D.
Ci piazziamo con le braccia incrociate dietro la schiena davanti al gabbiotto, come anziani di fronte a un cantiere.
Prima o poi aprirà.
D'altra parte siamo in anticipo di un'ora.
Dopo dieci minuti a Ste viene l'idea di girare intorno alle scale mobili, dove scopre tre gabbiotti con altrettante cassiere.
Ste:- Di qua!
Io:- Sicuro che non sia un miraggio?
Marco:- Sicuro che non siano vampiri?
Cassiera:- Dovete fare i biglietti?
Ci avviciniamo con circospezione e diciamo che sì, dobbiamo far ei biglietti.
Cassiera:- Avete gli occhiali Treddì?
Non ce li abbiamo. Costano un euro a testa in più.
Ste indica un cartello e scandisce incredulo: - Pop corn S-E-I E-U-R-O. Bibita QUATTRO E CINQUANTA.
Veniamo dalla campagna, non siamo abituati a queste cifre, ma questi sono i multisala moderni, baby, e non puoi farci niente. Anche farci niente costa di più.
Ste:- Prendiamo un caffè. Ma dove?
Io:- Forse sotto quella strana insegna "Caffetteria/Tabaccheria".
Entriamo e il Tizio ci dice che la macchinetta del caffè non funziona.
Ste:- Abbiamo un'ora prima del film, non riesci a ripararla?
Tizio:- No.
Ma per fortuna siamo in un Cinema moderno, e quindi girato l'angolo troviamo una "Focacceria/Caffetteria".
Caffettizzati siamo pronti per Abe e i Vampiri.
Su qeusto tipo di film, fin dal titolo, il cultore del trash parte con precise aspettative: vogliamo sangue, armi non convenzionali, fantasia nelle soluzioni possibili per ammazzare un vampiro e tamarraggine.

Come ben dice anche il mio amico Alessandro nella sua recensione su Facebook, il buon vecchio Abe non delude gli appassionati, con qualche elemento lodevole:
1. L'inquadramento storico e i discorsi di Lincoln sono abbastanza accurati
2. L'attore è credibile fisicamente (spilungone e non palestrato)
3. Il 3D per una volta non scassa le palle eccessivamente
4. I vampiri non sono quegli efebici effeminati pieni di complessi esistenziali che vanno di moda oggi, ma dei bastardi assetati di sangue e potere, fottutamente duri da ammazzare.
5. L'arma di Abe è un'ascia e ammazzare Vampiri ad accettate deve essere bellissimo.
Poi ci sono le figate.
Tipo che Neo di Matrix ad Abe gli fa una pippa in time laps.
Da un film del genere, poi, ti aspetti che, almeno in un punto qualsiasi della trama, sposti in alto l'asticella del trash. Non puoi essere un degno sceneggiatore di un film del genere se a un certo punto non dici, facendo brainstorming nella pre-produzione:
"Perchè ora non gli facciamo usare un cavallo come se stesse lanciando il martello alle Olimpiadi e glielo facciamo scagliare contro il protagonista?"
Altri sceneggiatori: - Fiiiiicus.
Ebbene sì, per la prima volta nella storia del cinema, un cavallo viene usato come arma da lancio.
Solo questo vale il prezzo del biglietto.
Altra cosa che vale il prezzo del biglietto è il mio amico Ste, che ad ogni scena di quelle fatte apposta per saltare sulla sedia, lui effettivamente salta con stile Fosbury.
A metà film non lo vedo più, sposto lo sguardo in alto ed è attaccato al soffitto con le unghie, come un gatto.
Mi dice:- Tranquilli, il film lo guardo da qui, si sente meglio.

Il voto per questo film è ben 3 Zombie e 1/2 su 5.


Usciamo dalla sala, ripassiamo nella Tabacchieria/Caffetteria.
Ste:- Ora funziona la macchinetta del caffè?
Tizio:- No.
Passiamo di nuovo davanti alle casse ma indossando gli occhiali 3D e continuando a dire: "uh ma come sembra reale... uh, tutto treddì..."
Ste:- Anche lei sembra tutta in 3D
Cassiera (sto lavorando il martedì notte e ci volevano pure questi stronzi, ma dice):- Eheheheheh
Ste (togliendosi gli occhiali):- No, ora sembra piatta.
Cassiera (serissima): - Volete gli altri biglietti?
Marco:- Sì. (tendendo venti euro)
Io infilo sugli occhiali 3D di Marco quelli sia miei che di Ste e gli dico:- Ora hai gli occhiali 9D!
Marco guarda le 20 euro e grida:- WOW! Sono diventate CENTO EURO!
Cassiera (con il dito sul pulsante "Security"): VOLETE GLI ALTRI BIGLIETTI?
Noi:- Sì.
E ora veniamo alla vera minchiata.
Se Abramo Lincoln VUOLE essere un film trash, fin dal titolo, che omaggia capolavori storici come Jesus Christ Vampire Hunter, questo tenta di essere un film che condisce la fiaba classica con l'azione.
Quindi il tentativo di prendersi sul serio, gli autori, l'hanno fatto.
Quindi nessuna pietà

Biancaneve e il Cacciatore.
La diapositiva di questo film è:
PEEERCHEEEEE'?

Qui farò un elenco di considerazioni sparse.

1. Biancaneve a un certo punto recita il Padre Nostro.
2. La Regina Cattiva (Ravenna) per rimanere giovane aspira l'anima delle belle ragazze si immerge nuda in una vasca di roba bianca
DON'T ASK!

3. Il fratello della Regina Cattiva è un incrocio tra Enzo Paolo Turchi e  il Principe Valium di Balle Spaziali:


+  
=
4. Dopo aver visto Chris Hemsworth fare Thor e poi il Cacciatore, abbiamo deciso all'unanimità che egli è l'erede di Nicholas Cage per la marmoreità dell'espressione. Ecco infatti la sua gamma attoriale di posture facciali:
E' per questo che viene assegnato in questo blog, a Chris Hemsworth, il prestigioso

Gatto Con la Faccia di Nicholas Cage
5. Il principe azzurro, esodato. E' una specie di Legolas bravissimo con l'arco, meno checca di Orlando Bloom ma più inutile di quell'attore... come si chiamava... dai su... di cosa stavamo parlando?
6. Biancaneve porta i pantaloni di pelle nera e a un certo punto si trasforma pure in Giovanna d'Arco, con armatura e spada.
7. Lo specchio delle brame l'hanno preso dai cinesi, perché ditemi voi chi cazzo potrebbe mai dire che Charlize Theron possa anche solo lontanamente essere più brutta di Kristen Stewart


8. Ovviamente i Nani sono nani guerrieri e burberi, non simpatici minatori. Gente che è stata scartata dal casting de Lo Hobbit, per intenderci.
9. I Nani erano OTTO! Ovviamente ce n'è uno che si sacrifica per salvare la scema, beccandosi una freccia e qui c'è uno dei momenti di ilarità più isterica di tutta la visione. Il Nano Eroe si chiama Gas.
Biancaneve con il nano tra le braccia, piange e implora:
"GAS! GAS RESPIRA! RESPIRA GAS!"
Fantastico.
10. Altro momento di ilarità è quando la cretina dice a un tizio: "Voi siete fedeli alla Regina?"
Tizio:- "Tutto il popolo odia Ravenna"
Io:- "Perché sono tutti di Forlì"
Risate sparse nel cinema.

C'è molto altro e lo consiglio a tutti quanti odino se stessi e il mondo.
Ora la parola a Chris Hemsworth.


"Grazie a tutti, sono molto felice di questo Gatto con la Faccia di Nicholas Cage."

Uscendo dal cinema siamo ripassati di fronte alla Tabacchieria/Caffetteria.
Lo Ste mette la testa dentro.
Tizio:- NO!